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Meditazioni silenti


ISBN : 978 88 32193 08 04
ISSN :
Lingua : Italiano
Editore : Paolo Loffredo Editore Srl
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Meditazioni silenti

Questa seconda silloge di poesie conferma la disposizione d’animo che già si coglie nella precedente, volta com’è a riflessioni sui fatti della vita, propria e di ognuno; sul difficile cimento cui l’esistenza sottopone i sentimenti; sulle speranze disattese e su quelle frenate; sui sogni della giovinezza naufragati nel vasto mare della spietata realtà; sui ricordi da conservare quale patrimonio costitutivo di sé stessi. Come pure non mancano osservazioni naturalistiche e notazioni penetranti di varia umanità, atte a rappresentare una severa codificazione morale dei valori personali e sociali che Emilia elegge a superiore garanzia spirituale per la tensione qualitativa di ciascuna persona. 
Una poesia, quindi, nostalgica, commemorativa, ma sempre viva nella scala di sentimenti dell’autrice, una poesia che tocca temi di attualità eterna, quelli che appartengono alla natura essenziale e vitale dell’essere umano. 
Solo che adesso il linguaggio si fa più incalzante, pur senza mai abbandonare levità, soavità, soffio, sussurro; un incantesimo sospeso nel giro ritornato di parole riflettenti emozioni profondissime e tenui, di parole che si riversano sulla pagina a fiotti, a rivoli, a volte a cascata, libere di impacci metrici e assonantici, così che si distendono in brevi cadenze liberatrici di un pensiero teso e commosso, ma sempre sorvegliato e indirizzato.

Autore

Emilia Menini (Napoli 12-11-1939) appartiene ad una famiglia di alti Ufficiali. Il padre, Mario Menini, ammiraglio della Marina da Guerra, ha comandato per quaranta anni, di cui dieci trascorsi nei sottomarini. Conte di ramo cadetto era imparentato con la migliore nobiltà di Torino, sua città natale. Il nonno Davide Menini, Colonnello degli Alpini, è un eroe della Battaglia di Adua del 1896 (Medaglia d’oro). Lasciò la sua vita sul campo ad appena trentacinque anni e di lui parlano ancora i libri di Storia. Il nonno materno, Antonio Lirer, ed uno zio materno, Raffaele Lirer, sono stati Ufficiali della Marina da Guerra. Due fratelli, Davide e Giovanni Menini, sono rispettivamente Generale di Fanteria e Colonnello del Genio. Vivendo in un ambiente così radicalmente militare ne ha ricevuto un’educazione ferrea e la consuetudine all’obbedienza senza possibilità di obiezioni, ma ne ha anche ereditato l’immenso amore per la propria patria, il rispetto verso i superiori, la ricerca delle verità fondamentali della vita ed infine pochi ma fermi valori morali. I genitori le hanno trasmesso l’amore per la musica classica e fin da piccola ha frequentato le sale dei concerti. È così che è nato l’interesse per il violino, ma le è stato imposto lo studio del pianoforte, strumento che non ha più toccato dopo il diploma (decisione che appare piuttosto significativa). La sua unica vera grande passione è stata la danza classica per la quale era molto portata per natura; ma, dopo lunghi anni di studio, quando già vedeva profilarsi un futuro brillante, le è stato imposto di lasciarla in quanto gli allenamenti non erano conciliabili con gli studi già impegnativi del ginnasio. Ha frequentato il Liceo Classico Sannazaro e, dopo la licenza, ha acquisito anche (com’era d’uso allora) l’abilitazione magistrale presso la Scuola Mazzini. Infine si è laureata in Lettere Antiche col massimo dei voti e la lode, e si è dedicata all’insegnamento di materie letterarie fino al 2007, anno del pensionamento.


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