Nuova tempesta di emozioni, nuovi coinvolgimenti esistenziali, nuovi prepotenti stimoli di riflessione: questo ed altro troviamo nell’ultima silloge poetica di Emilia Menini, un’autrice che non manca mai di proporre valide ragioni comunicative ad ogni tornata della sua ispirazione, ad ogni svolta delle sue suggestioni, ad ogni picco delle sue liriche meditazioni.
Emilia Menini (Napoli 12-11-1939) appartiene ad una famiglia di alti Ufficiali. Il padre, Mario Menini, ammiraglio della Marina da Guerra, ha comandato per quaranta anni, di cui dieci trascorsi nei sottomarini. Conte di ramo cadetto era imparentato con la migliore nobiltà di Torino, sua città natale. Il nonno Davide Menini, Colonnello degli Alpini, è un eroe della Battaglia di Adua del 1896 (Medaglia d’oro). Lasciò la sua vita sul campo ad appena trentacinque anni e di lui parlano ancora i libri di Storia. Il nonno materno, Antonio Lirer, ed uno zio materno, Raffaele Lirer, sono stati Ufficiali della Marina da Guerra. Due fratelli, Davide e Giovanni Menini, sono rispettivamente Generale di Fanteria e Colonnello del Genio. Vivendo in un ambiente così radicalmente militare ne ha ricevuto un’educazione ferrea e la consuetudine all’obbedienza senza possibilità di obiezioni, ma ne ha anche ereditato l’immenso amore per la propria patria, il rispetto verso i superiori, la ricerca delle verità fondamentali della vita ed infine pochi ma fermi valori morali. I genitori le hanno trasmesso l’amore per la musica classica e fin da piccola ha frequentato le sale dei concerti. È così che è nato l’interesse per il violino, ma le è stato imposto lo studio del pianoforte, strumento che non ha più toccato dopo il diploma (decisione che appare piuttosto significativa). La sua unica vera grande passione è stata la danza classica per la quale era molto portata per natura; ma, dopo lunghi anni di studio, quando già vedeva profilarsi un futuro brillante, le è stato imposto di lasciarla in quanto gli allenamenti non erano conciliabili con gli studi già impegnativi del ginnasio. Ha frequentato il Liceo Classico Sannazaro e, dopo la licenza, ha acquisito anche (com’era d’uso allora) l’abilitazione magistrale presso la Scuola Mazzini. Infine, si è laureata in Lettere Antiche col massimo dei voti e la lode, e si è dedicata all’insegnamento di materie letterarie fino al 2007, anno del pensionamento.