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Paolo Loffredo, sesta generazione di una numerosa famiglia di editori e librai impegnata dalla fine dell'Ottocento nella produzione e diffusione di libri, nel 2012 crea la nuova sigla editoriale Paolo Loffredo Editore. La sede storica è stata fino agli anni '80 nel cuore del centro storico di Napoli in via San Biagio dei Librai, Decumano inferiore e nota anche con il nome di SpaccaNapoli. Giuseppe Loffredo decide poi a inizio Novecento di affiancare alla vendita dei libri la produzione editoriale, che si afferma definitivamente nel secondo dopoguerra con la pubblicazione di manuali per l’Università e per la Scuola che riescono ad imporsi presto in tutta Italia.

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Emilio De Marchi – Condanna e perdono


ISBN: 978 88 99306 91 5
ISSN 2283-4281
Lingua: Italiano
Editore: Paolo Loffredo Editore Srl
Prezzo di vendita18,50 €
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Anteprima Libro

Emilio De Marchi. Condanna e perdono

Emilio De Marchi, autore «che ha sentito il suo compito come vocazione e missione e non come un mero esercizio letterario», descrive, attraverso la finzione narrativa, esperienze con cui è entrato in contatto diretto o tramite la cronaca dei quotidiani. Il racconto Un condannato a morte, uscito su «La Vita Nuova» nel gennaio 1876, stesso anno de L’uomo delinquente di Cesare Lombroso, va considerato nell’ambito dell’impegno per il reinserimento degli ex detenuti nella società, con l’obiettivo di diffondere l’idea dell’Associazione di Patronato per i liberati dal carcere. La «vigorosa riaffermazione della moralità della coscienza etica e civile» incrocia uno dei problemi sociali più scottanti delle società moderne che vogliano corrispondere agli ideali di libertà e, in particolare, a quei diritti dell’uomo richiamati da Cesare Beccaria e oggetto di dibattito nel neonato Parlamento italiano con l’imporsi della scuola positivistica dell’antropologia criminale.
Il volume attraversa e commenta il corpus edito e inedito delle novelle, soffermandosi poi sulla produzione romanzesca tra colpa, condanna, infermità.
Proverbialmente sorridendo sotto i lunghi baffi, De Marchi ci trasmette un’immagine «umoristica»: se il protagonista de Il cappello del prete, il Barone di Santafusca, fosse vissuto ai tempi dell’Innominato si sarebbe convertito anche lui dopo aver commesso il delitto.

Autore

Fabio Pierangeli insegna Letteratura italiana e Letteratura di viaggio contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della Università degli Studi di Roma «Tor Vergata». È direttore per la parte di Letteratura delle Edizioni e della Rivista «Studium» e responsabile della collana Mosaic - Viaggi nelle letterature, per Paolo Loffredo Editore. Fa parte del Consiglio scientifico della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. È responsabile per la Macroarea di Lettere del progetto Università in carcere, Rebibbia-Tor Vergata e del Laboratorio di scrittura per l’integrazione della disabilità. Si occupa prevalentemente di prosa e teatro dell’Ottocento e del Novecento, con incursioni nella poesia religiosa del Duecento e Trecento e in quella contemporanea. I suoi ultimi volumi pubblicati: Sulla scena (inedita) con Guido Morselli (Roma 2012), È finita l’età della Pietà. Pasolini, Calvino, S. Nievo e i mostri del Circeo (Avellino 2015), Ombre e presenze. Ungaretti e il secondo mestiere (Napoli 2016), Tomasi di Lampedusa (Grandangolo-Corriere della sera 2018).


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